
Sport e disabilità intellettiva
La letteratura scientifica in merito alla relazione tra sport e disabilità intellettiva (DI) è molto complessa. Gran parte degli studi esistenti sono rivolti all’indagine dei benefici dell’esercizio fisico, in termini di benessere corporeo o miglioramento degli aspetti cardiologici, respiratori e muscolari su popolazioni adulte (Peterson, Janz e Lowe, 2008; Wu et al., 2010; Lante et al., 2014); scarsa attenzione è stata invece dedicata agli aspetti psicologici e comportamentali dello svolgimento dell’attività fisica da parte di bambini con disabilità intellettiva.
Come emerge da alcune ricerche, i bambini con DI svolgono minori livelli di attività fisica ed esercizio motorio rispetto ai coetanei a sviluppo tipico (Shields et al., 2014; Hartman et al., 2015), con conseguente aumento del peso, rischio di obesità, malattie cardiocircolatorie e maggiore sedentarietà.
Le motivazioni alla base della discrepanza tra i livelli di partecipazione ad attività sportive tra individui con DI e coetanei a sviluppo tipico sono state oggetto di indagini scientifiche che hanno individuato differenti possibili cause. Alcune ricerche sottolineano il ruolo giocato dalle caratteristiche peculiari dei bambini (ad esempio il ritardo nello sviluppo psicomotorio, la presenza di problematiche fisiche, le difficoltà cognitive, ecc.) o dalla presenza di comportamenti disfunzionali associati (ad esempio le difficoltà di interazione, i comportamenti aggressivi o distruttivi) (Darcy e Dowse, 2013; McConkey et al., 2013); altre cause potrebbero risiedere nell’ambiente sportivo, come la scarsa consapevolezza sulle caratteristiche della disabilità intellettiva da parte degli istruttori, la resistenza dei genitori o degli altri adulti e la mancanza di un adeguato supporto emotivo e educativo.
Tuttavia alcuni ricercatori si sono concentrati sui fattori predittivi che potrebbero motivare i ragazzi con DI a praticare le attività sportive, come il miglioramento nelle competenze fisiche e nello svolgimento degli esercizi, il mantenimento della compliance al programma sportivo, la presenza di pari a cui ispirarsi e da imitare, così come i rinforzi audio e video. Un fattore molto interessante preso in considerazione è il ruolo giocato dall’inclusione — ovvero la presenza di bambini neurotipici insieme a coetanei con DI all’interno di contesti — sui correlati motivazionali e psicologici (Hutzler e Korsensky, 2010).
Nel 2012 Ozer e collaboratori hanno indagato i benefici di un programma internazionale, Unified Sports (UNS), in cui era previsto un allenamento di calcio della durata di 8 settimane. Gli studiosi hanno valutato le ricadute sugli aspetti emotivi, sociali e comportamentali in partecipanti con DI con un’età media di 14,5 anni. In particolare, 38 ragazzi con DI sono stati assegnati in modo casuale al gruppo partecipante al training sportivo (23 ragazzi) e al gruppo di controllo (15 ragazzi) che svolgeva la propria abituale attività fisica. In ognuno dei due gruppi erano presenti altrettanti coetanei a sviluppo tipico. Prima dell’inizio del training e al termine dello stesso gli autori hanno somministrato a ragazzi, genitori e insegnanti, una batteria di valutazione volta a indagare le competenze sociali e gli aspetti comportamentali dei partecipanti. Dopo 8 settimane, i ragazzi con DI che avevano svolto il training sportivo presentavano un significativo miglioramento delle competenze sociali, raggiungendo un livello più simile a quello dei coetanei a sviluppo tipico che avevano ugualmente partecipato all’attività sportiva. Inoltre, i ragazzi con DI, che avevano svolto il programma di calcio, presentavano minori problemi comportamentali dei coetanei con DI appartenenti al gruppo di controllo (Ozer et al., 2012).
Complessivamente questi risultati sottolineano come la partecipazione ad attività sportive in cui siano presenti coetanei a sviluppo tipico possa rappresentare uno strumento utile al miglioramento delle competenze sociali e del comportamento, probabilmente grazie alla possibilità di utilizzare i pari come modelli di adattamento al contesto, alla sperimentazione del successo con conseguente aumento dell’autoefficacia percepita e dell’autostima e alla presenza di un ambiente adeguatamente stimolante ma allo stesso tempo di supporto.
Bibliografia
Darcy S. e Dowse L. (2013), In search of a level playing field: The constraints and benefits of sport participation for people with intellectual disability, «Disability & Society», vol. 28, pp. 393- 407.
Hartman E., Smith J., Westendorp M.e Visscher C. (2015), Development of physical fitness in children with intellectual disabilities, «Journal of Intellectual Disability Research», vol. 59, pp. 439-449.
Hutzler Y. e Korsensky O. (2010), Motivational correlates of physical activity in persons with an intellectual disability: A systematic literature review, «Journal of Intellectual Disability Research», vol. 54, pp. 767-786.
Lante K., Stancliffe R.J., Bauman A., van der Ploeg H.P., Jan S. e Davis G.M. (2014), Embedding sustainable physical activities into the everyday lives of adults with intellectual disabilities: A randomised controlled trial, «BMC Public Health», vol. 5, p. 1038.
McConkey R., Dowling S., Hassan D. e Menke S. (2013), Promoting social inclusion through Unified Sports for youth with intellectual disabilities: A five-nation study, «Journal of Intellectual Disability Research», vol. 57, pp. 923-935.
Ozer D., Baran F., Aktop A., Nalbant S., Aglamıs E. e Hutzler Y. (2012), Effects of a Special Olympics United sports soccer program on psycho-social attributes of youth with and without intellectual disability, «Research in Developmental Disabilities», vol. 33, pp. 229- 239.
Peterson J.J., Janz K.F. e Lowe J.B. (2008), Physical activity among adults with intellectual disabilities living in community settings, «Preventive Medicine», vol. 47, pp. 101-106.
Shields N., King M., Corbett M. e Imms C. (2014), Is participation among children with intellectual disabilities in outside school activities similar to their typically developing peers? A systematic review, «Developmental Neurorehabilitation», vol. 17, pp. 64-71.
Wu C.L., Lin J.D., Hu J., Yen C.F., Yen C.T., Chou Y.L. e Wu P.H. (2010), The effectiveness of healthy physical fitness programs on people with intellectual disabilities living in a disability institution: Six-month short-term effect, «Research in Developmental Disabilities», vol. 31, pp. 713-717.